Dieci pensieri sulla politica by Roberto Esposito

Dieci pensieri sulla politica by Roberto Esposito

autore:Roberto, Esposito [Esposito, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Intersezioni
ISBN: 9788815310231
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2012-10-14T22:00:00+00:00


Con l’Introduzione alla metafisica entriamo in quel terribile triennio 1933-36 in cui l’oscillazione tra ontologia e antropologia diverrà talmente vertiginosa da sovrapporre alla fine entrambi i poli in uno stesso cortocircuito. Che sia l’uomo a venire spinto al cuore dell’Essere o l’Essere a venire affidato ad una «cura» essenzialmente umana: sta di fatto che da tale coappartenenza si mette in moto una potentissima macchina mitologica – il gergo dell’autenticità, avrebbe detto Adorno[49] – che dissolve ogni opacità e differenza nel mito di una perfetta trasparenza. È il punto – punto-limite, attenzione, mai capace di bloccare definitivamente Heidegger sulla stessa postazione, sempre esposto a una serie di interne catastrofi e implosioni, di ritiri ed offerte che vanno in tutt’altra direzione – in cui l’umanesimo del ‘fare’ trova radicamento e perfezione nel romanticismo dell’opera: secondo quella dialettica di arte e tecnica, di natura e spirito, di destino e volontà che spinge irresistibilmente «alla messa in opera dell’essere per via del sapere»[50] e cioè all’estetizzazione del politico filosoficamente realizzata nella Germania del tempo. Dove anche questo richiamo alle virtù storico-comuniali del sapere testimonia della direzione rimitizzante che assume in questa fase il rifiuto del mito marxiano. Quasi che l’Entmythologisieren non possa avvenire, dentro il comune linguaggio dell’opera, che in un nuovo mythisieren o, come è stato osservato da altra prospettiva, che un pensiero esplicitamente impegnato a demitizzare possa funzionare solo attraverso un nuovo «tropismo mitico»[51].

Non a caso Heidegger guarda ai greci: non solo nella prolusione del ’33, ma anche nell’altro grande saggio di quegli anni sul senso e il destino dell’arte. Ancora in termini di «opera» e del suo necessario «compimento»:

Il tempio, in quanto opera, dispone e raccoglie intorno a sé l’unità di quelle vie e di quei rapporti in cui nascita e morte, infelicità e fortuna, vittoria e sconfitta, sopravvivenza e rovina delineano la forma e il corso dell’essere umano e del suo destino. L’ampiezza e l’apertura di questi rapporti è il mondo di questo popolo storico. In base ad essa e in essa, questo popolo perviene al compimento di ciò cui è destinato[52].



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